Per ridurre la povertà nei quartieri svantaggiati delle nostre città molto può anche essere fatto anche senza una forte cooperazione del governo nazionale. In questo senso, l’esperienza del Comune di Lisbona è di grande ispirazione grazie al programma Bip/Zip, ormai attivo da quasi dieci anni, che ambisce a ridurre la povertà nei quartieri svantaggiati della città.
Come nasce il Bip/Zip?
Il contesto politico per la realizzazione di questa strategia è da identificarsi come risultato delle elezioni comunali di Lisbona all’indomani della crisi economica che in Portogallo è stata particolarmente dura. Vince le elezioni una colazione del Partito Socialista con vari partiti di sinistra, fra cui la lista civica di Cittadini per Lisbona, a cui viene assegnato l’Assessorato per le Politiche Abitative e lo Sviluppo Locale. All’epoca il Comune non era politicamente allineato con il governo conservatore e fu solo con le elezioni nazionali del 2016 che il sindaco Antonio Costa fu nominato Primo Ministro dell’attuale governo in carica. Bip/Zip è una strategia integrata che prevede la mappatura dei quartieri prioritari di intervento, un meccanismo di bandi per rafforzare la società civile nei quartieri, una governance multi-stakeholder locale e una rete di Community-Led Local Development finanziata con fondi europei.
Mappatura
Il primo passo per poter intervenire nei quartieri svantaggiati di Lisbona, fra quartieri abusivi, edilizia popolare e cooperative edilizie fallite, è stato di portare avanti una mappatura che tenesse conto di indicatori economici, sociali ed ambientali. La prima versione della mappa realizzata dagli uffici del Comune ha integrato dati provenienti da diverse fonti (dal censimento nazionale, dagli uffici delle politiche sociali, ecc.) con un grande livello di dettaglio, fino alla scala dei singoli edifici. Questi dati di natura quantitativa però non integravano informazioni delle priorità degli abitanti, motivo per cui è stato redatto un questionario online e cartaceo che è stato distribuito in tutti i quartieri di Lisbona anche grazie al coinvolgimento delle ONG attive sui territori. E’ stato così possibile integrare la mappatura con informazioni circa la percezione di sicurezza, di accessibilità, di dotazione di servizi e attività culturali.
Mappa dei quartieri prioritari Bip/Zip a Lisbona. Fonte Comune di Lisbona.
Il risultato è stato una mappa contenente 67 Bip/Zip (Bairros/Zonas de Intervenção prioritaria – aree e quartieri di intervento prioritario) dove abitano circa 150.000 abitanti, un terzo della popolazione di Lisbona, e che coprono 8% del territorio della città.
La mappa è stata inclusa all’interno del Piano Regolatore del Comune di Lisbona a supporto delle scelte di investimento e trasformazione urbana di questi quartieri, integrando priorità del Dipartimento di Urbanistica come di quello delle Politiche Sociale e dell’Abitazione.
Un aspetto rilevante rispetto alla cartografia è da attribuirsi alla semantica, in quanto i quartieri non sono stati definiti ‘problematici’, ‘poveri’ o ‘marginali’, bensì ‘prioritari’, alludendo quindi alla volontà politica di intervenire su queste aree. Anche grazie a questa scelta semantica c’è stato un forte supporto da parte degli abitanti, delle associazioni e dei politici locali ad inserire i quartieri all’interno di una mappatura di territori fragili.
Finanziamenti attivatori
A seguito della mappatura, il passo successivo è stato la creazione nel 2011 di un sistema di finanziamento a fondo perduto per progetti nei quartieri prioritari che proponessero soluzioni per le criticità identificate dalla mappatura. Questo finanziamento Bip/Zip è da vedersi come un finanziamento alle start-up di iniziative sociali, un attivatore per rafforzare la società civile in quartieri che spesso soffrono di carenza di iniziative socio-culturali.
Il bando prevede la partecipazione di almeno due realtà no-profit, di cui almeno una deve essere basata nel quartiere Bip/Zip di riferimento. Tutti i finanziamenti sono a fondo perduto. Per finanziamenti sotto i 25.000 per un anno sono previste piccole attività come sagre di quartiere o concerti. I finanziamenti fino a 50.000 euro per un anno sono previste invece attività che devono garantire con un business plan la sostenibilità economica del progetto per due anni dopo l’erogazione del finanziamento. Questi progetti possono essere centri comunitari o imprese sociali di varia natura. E’ stato stimato che per ogni euro di finanziamento pubblico investito viene generato un altro euro tramite altre risorse, e che in media i progetti creano due posti di lavoro stabili.
Ad esempio Largo Residenciâs è un hotel, ostello e residenze per artisti con caffetteria nel quartiere di Intendente. Largo è gestito da una cooperativa che supporta progetti di inclusione sociale e offre lavoro a 15 abitanti del quartiere.
Largo Residenciâs, Lisbona. Fonte Eutropian.
La Cozinha Popular da Mouraria è una cucina comunitaria che funge da centro di aggregazione per il quartiere, offre cibo di qualità a prezzi accessibili e dà lavoro a 5 abitanti del quartiere che hanno alle loro spalle problemi di tossicodipendenza o detenzione.
Cozinha Popular da Mouraria. Fonte Eutropian.
Video intervista con Adriana Freire, iniziatrice della Cozinha Popular da Mouraria. Fonte Eutropian all’interno del progetto Urbact Com.Unity.Lab.
Oggi il programma di finanziamento Bip/Zip è alla sua ottava edizione e stanzia annualmente circa un milione di euro. Ha ricevuto oltre 800 proposte, approvato circa 300 progetti di varia natura con oltre 600 organizzazioni locali. Grazie a questo programma le capacità organizzative delle associazioni locali nei quartieri interessati sono notevolmente migliorate.
Meccanismi di governance locale
Il terzo strumento della strategia sono i Gabip, delle task force composte dal Comune, dai Municipi (Circoscrizioni) e alcune associazioni locali di abitanti che hanno l’obiettivo di accompagnare i progetti di rigenerazione urbana in atto nei quartieri prioritari della mappatura Bip/Zip. Ad oggi sono stati attivati 7 Gabip che hanno operato su 16 quartieri. Queste strutture non sono permanenti ma durano per il periodo in cui i progetti sono in corso nei quartieri, cercando di coordinare le esigenze degli abitanti con le volontà politiche e le esigenze tecniche dell’amministrazione. Una tipica missione dei Gabip è l’organizzazione del rialloggiamento degli abitanti durante i progetti di riqualificazione delle abitazioni, in modo da dare priorità ad anziani e famiglie con bambini piuttosto che per non far allontanare le persone dal quartiere in cui hanno un tessuto di relazioni. Un’altra missione del Gabip può essere quella di accompagnare il processo amministrativo per l’assegnazione di case costruite abusivamente dopo la Rivoluzione o da cooperative abitative fallite. I Gabip sono pertanto strutture flessibili create per rispondere alle specifiche esigenze del territorio.
Community-Led Local Development network
L’ultimo strumento recentemente attivato è il Community-Led Local Development network – CLLD (rete locale di sviluppo su base comunitaria). Il Comune di Lisbona nel 2013 ha adottato lo strumento CLLD offerto dalla programmazione dei finanziamenti europei 2014-2020. Il CLLD in aree urbane prevede innanzitutto l’integrazione di fondi FESR e FSE, quindi con interventi di natura infrastrutturale e sociale, ma sopratutto prevede che l’organo decisionale sia composto da una rete di attori locali, in cui nessuno – nemmeno la Pubblica Amministrazione – può avere più del 49% dei voti. L’adozione di questo strumento in Europa è estremamente limitato, essendo Lisbona uno dei pochi casi effettivamente implementati.
La rete CLLD di Lisbona conta 173 organizzazioni di diversa natura tutte operanti in quartieri svantaggiati e con la missione di ridurre la povertà della città. L’attuale composizione vede associazioni locali (51%), municipi (10%), organizzazioni nazionali (24%), fondazioni (6%) ed istituti di ricerca o Università (9%). Il Comune di Lisbona è stato eletto come presidente della rete e presiede il Consiglio assieme ad altre organizzazioni. Il CLLD di Lisbona gestisce un budget di 3 milioni di euro per il periodo 2014-2020 da stanziare direttamente per progetti locali nei quartieri Bip/Zip, aumentati a 4 milioni durante l’emergenza COVID-19, e ha un budget di 0,5 milioni di euro per l’assistenza tecnica e la gestione stessa della rete.
Quale è l’impatto del Bip/Zip?
E’ chiaro che il solo programma Bip/Zip non possa risolvere completamente il problema della povertà nei quartieri di Lisbona, ma il suo effetto dopo un periodo continuativo di quasi dieci anni è molteplice. Innanzitutto ha acceso i riflettori sulle problematiche e le potenzialità degli abitanti di quartieri spesso dimenticati dalla narrativa mainstream, o raccontati negativamente. Ha rafforzato le capacità organizzative ma anche immaginifiche degli abitanti stessi dei quartieri, offrendo loro la possibilità di dotarsi di parte degli strumenti per promuovere un cambiamento nel propri territori. Tramite la rete CLLD ha implementato un prototipo di democrazia diretta nella gestione delle risorse pubbliche da destinare ai quartieri prioritari, rafforzando la consapevolezza di politico di questi quartieri.